Fondatori

Walter Zappolini era il giovanissimo primo ballerino étoile del Teatro dell’Opera. Franca cercava il protagonista della coreografia che stava preparando e il grande Milloss, col quale pure aveva lavorato, suggerì Zappolini. Non si sono più lasciati. Uniti da un progetto di vita e da una profonda condivisione dei valori e dei propositi nell’arte. Insieme hanno creato una compagnia, il Balletto di Roma, che debuttò in occasione delle Olimpiadi del 1960 ed è tuttora una delle realtà più vive del panorama italiano.

Donatella Bertozzi

Walter Zappolini

Walter ZappoliniDanzatore étoile e coreografo di lunga e prestigiosa esperienza, Walter Zappolini (Firenze, 1930 – Roma, 2017) fonda nel 1960 con Franca Bartolomei la compagnia del Balletto di Roma di cui resta direttore artistico per oltre cinquant’anni fino alla nuova direzione del 2015 di Roberto Casarotto. Inizia gli studi di danza all’età di nove anni presso la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma sotto la guida delle direttrici Placida e Teresa Battaggi. Rapida l’ascesa ai vertici di una carriera folgorante: a dodici anni entra nel corpo di ballo del Teatro dell’Opera, a quindici ne è già solista e a soli diciassette, dopo il diploma con punteggio massimo “e lode”, ne diventa primo ballerino. L’ultimo dei suoi grandi maestri è Erik Bruhn, coreografo e danzatore di memorabile talento e tecnica. Interprete principale del vasto repertorio dell’Opera, Walter Zappolini viene nominato étoile del Teatro e lavora con alcuni dei maggiori coreografi della storia della danza: Léonide Massine, Aurel Milloss, Anton Dolin, Dimitrije Parlic, Nicholas Beriozoff e Margherita Wallman.Viene invitato come ospite in molte manifestazioni e in grandi teatri come La Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, il Comunale di Bologna, il Massimo di Palermo, il San Carlo di Napoli, il Verdi di Trieste, il Massimo Bellini di Catania, il Verdi di Cagliari. Partecipa inoltre a numerose tournée internazionali in Germania, Svizzera, Francia e Spagna. Al Teatro Eliseo di Roma, nel 1948, è primo ballerino ospite di Rosalinda (o come vi piace) di W. Shakespeare con la regia di Luchino Visconti (scene e costumi di Salvador Dalí). È in seguito partner di Silvana Mangano nel film del 1954 Mambo, regia di Robert Rossen e coreografie di Katherine Dunham. Ha al suo attivo la creazione di oltre cinquanta coreografie e ha anche prestato la propria esperienza artistica alla televisione curando programmi sulla danza e sul balletto. È membro delle commissioni per le selezioni professionali nelle maggiori istituzioni teatrali italiane ed in Rai. È chiamato come esperto in materia di danza presso il Ministero degli Affari Esteri per l’assegnazione di borse di studio. Con Franca Bartolomei, grande coreografa e ballerina nei più importanti teatri d’opera, Walter Zappolini fonda, nel 1960, il Balletto di Roma, uno dei primi esempi in Italia di compagnia a conduzione privata riconosciuta dallo Stato. Ad essa dedica gran parte della sua vita professionale. Il Teatro dell’Opera di Roma gli affida, nel 1973, la Scuola di Danza con l’incarico di Direttore stabile, ruolo che svolge per quindici anni, fino al 1988. Nel 1985 fonda, sempre con Franca Bartolomei, il Centro Danza classica Balletto di Roma di cui resta Direttore artistico fino al 2006. Nel settembre 1997 viene eletto all’unanimità Presidente della sezione didattica Federdanza AGIS. Nel 2000 è nominato Membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Regionale del Lazio e, nel 2001, Presidente della Consulta della Danza Agis Lazio. Dall’aprile 1998 è direttore artistico del Concorso Internazionale di danza “Città di Rieti” e della manifestazione “Rieti Danza Festival”. Tra gli altri numerosi riconoscimenti ha ricevuto il “Premio Léonide Massine” per l’arte della danza (1982), il “Premio Internazionale Tani per le Arti dello Spettacolo” (1992), il Premio Internazionale “Le Muse” a Firenze (1997) e, insieme a Franca Bartolomei, il prestigioso premio “San Valentino d’oro” presso il Comune di Terni (2000). Il Ministero della Pubblica Istruzione gli ha inoltre conferito il riconoscimento ufficiale per l’alto valore artistico delle attività svolte. Nell’ottobre 2012, insieme a Luciano Carratoni, inaugura la nuova sede della Scuola e della Compagnia del Balletto di Roma.

Franca Bartolomei

Franca BartolomeiFranca Bartolomei (Roma, 1922 – Roma, 2006) è stata prima ballerina e coreografa nei maggiori teatri d’Opera italiani e internazionali. Dopo gli studi presso la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma sotto la guida di Nicola Guerra, Mara Douse, Ettore Caorsi e Teresa Battaggi, debutta nello stesso Teatro, a soli 13 anni, come solista ne “Il lago dei cigni”, coreografia di Boris Romanoff. Terminati gli studi accademici si dedica alla libera professione all’estero facendosi apprezzare come prima ballerina e coreografa in Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. Al suo rientro in Italia interpreta “Il Cappello a tre punte” di Margherita Wallman al Teatro Massimo di Palermo, nel quale viene riconfermata prima ballerina e coreografa per tre anni successivi. Lavora con enti lirici e teatri di tradizione italiani quali l’Opera di Roma, il San Carlo di Napoli, il Verdi di Trieste, il Comunale di Bologna, l’Ente Lirico di Cagliari, il Massimo Bellini di Catania e molte altre istituzioni liriche, musicali e di balletto. George Balanchine, allora direttore del Ballo del Gran Teatro di Ginevra, la chiama ad inaugurare la stagione lirica. Per l’occasione crea la coreografia del “Trionfo” dell’Aida. Roberto Rossellini le affida le coreografie di “Giovanna D’Arco al rogo”, sull’omonimo oratorio di Paul Claudel, musicato da Honneger, interpretato da Ingrid Bergman. E’ interprete di molti lavori sotto la guida di Boris Romanoff, Anton Dolin, Aurel Milloss, Nicolas Beriozoff. Crea una settantina balletti e le coreografie di quasi tutte le opere liriche di repertorio tradizionale. Realizza programmi televisivi in Rai. Nel 1960 fonda insieme a Walter Zappolini, direttore della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera, la compagnia del Balletto di Roma che debutta nello stesso anno al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, nelle manifestazioni delle Olimpiadi ed è ancora oggi considerata una tra le maggiori compagnie italiane. Da allora dedica il suo lavoro quasi esclusivamente alla compagnia capitolina e alla formazione di nuovi professionisti della danza nell’ambito delle attività svolte dalla Scuola dello stesso Balletto di Roma, considerata tra le più qualificate in Italia. Il riconoscimento ufficiale conferito dal ministero della Pubblica Istruzione attesta l’alto valore artistico delle attività svolte. Tra le numerose attestazioni di carattere artistico, oltre al premio Tani per la danza, il Premio Positano nel 1975 per le coreografie di “Sinfonia Breve” su musiche di Mario Zafred e “Lettere di una Monaca Portoghese” su musiche di Valentino Bucchi. Tra i suoi ultimi lavori, “O Soavi Fanciulle”, prodotto per il Festival di Torre del Lago Puccini, “Mata Hari” su musica di Giuseppe Calì e la realizzazione coreografica di un programma in 13 puntate per la televisione spagnola. Tra gli anni 70 e 80 ha curato le coreografie per i film di Franco Zeffirelli. Il Ministero della Pubblica Istruzione le ha conferito il titolo di “Professoressa di Danza” per aver svolto didattica di alto valore artistico. L’11 agosto del 2006 la Città di Rieti ha istituito il Premio Franca Bartolomei, riconoscimento internazionale della danza consegnato a personaggi di grande valore artistico e tecnico che si sono distinti nel campo interpretativo, coreografico, nell’insegnamento e nella divulgazione della cultura artistica e più nello specifico della danza. Così scrive la giornalista ed ex allieva del Balletto di Roma Donatella Bertozzi: “A Roma il destino bussò poi alla sua porta, facendole incontrare Walter Zappolini con il quale avrebbe condiviso il resto della vita. Insieme hanno costruito, giorno per giorno, una scuola che ha formato molte generazioni di ballerini italiani, offrendo una solida formazione professionale e un esempio di limpida passione per il proprio mestiere e di incontrollabile fiducia nel valore delle cose fatte a regola d’arte”.