Junior Company: Il debutto di Aurora Ziantoni nel ruolo di Coppelia

Il Balletto di Roma, nell’anno accademico 2025/2026, presenta il debutto della Junior Company, una nuova formazione artistica che opererà parallelamente alla Compagnia dei professionisti, interagendo con essa attraverso piani di formazione sul repertorio storico e nuove proposte coreografiche. Nel programma formativo verranno rappresentate opere di rilievo di importanti autori, come in questo caso lo studio del celebre balletto “Coppelia” reinterpretato in chiave contemporanea dal coreografo Fabrizio Monteverde.

Segue l’intervista alla danzatrice Aurora Ziantoni che sta studiando il ruolo di Coppelia.

In che modo stai vivendo l’interpretazione del ruolo di Coppelia?

Diciamo che secondo me non è un ruolo convenzionale, la bambola viene mossa dagli altri personaggi; quindi, tutti gli input provengono da un’altra persona, tranne poi nel passo a due che avviene con Swanilda, che effettivamente Coppelia balla da sola senza altri stimoli.

Cosa pensi mentre balli nel ruolo della bambola?

Se devo essere onesta cerco di guardare senza rendermi conto di chi mi sta attorno. Cerco di isolarmi e sentire solamente gli input che provengono dall’altra persona, soprattutto nei passi a due. Bisogna lasciarsi andare altrimenti alcuni passaggi e le prese non riescono al meglio.

Hai affinità caratteriali con il personaggio che stai studiando? se è sì quali, se è no raccontami la modalità di ricerca di esse.

Con il personaggio a livello di affinità, anche caratteriali, non ne ho molte essendo una marionetta pilotata da altre persone. Io invece tendo a mantenere il controllo avendo un carattere molto forte, esploro il mio opposto affidandomi all’altro, però allo stesso tempo questo modo di fare distaccato, a livello espressivo, mi viene naturale perché di mio tendo ad esserlo. All’inizio ho avuto alcune difficoltà perché prendevo iniziativa, mentre dovevo lasciarmi andare all’altro. Sono arrivata ad entrare nel personaggio anche grazie la complicità del partner, conoscendo l’altra persona e il modo in cui si muove. Piano piano ho cominciato a fidarmi.

Quali differenze riscontri rispetto le lezioni accademiche?

Molte differenze, è un altro tipo di impostazione. Le prove accademiche sono più rigorose e il carattere può uscire ma fino ad un certo punto, mentre nelle lezioni della Junior Company si può far uscire il lato più ballato, a partire dagli esercizi alla sbarra. Buttarsi e provare.

Come ti trovi con Fabrizio Monteverde?

Io con il maestro Monteverde mi trovo molto bene, mi piace il suo stile e sono ormai due anni che lavoro con lui, mi sprona sempre a fare meglio.

Come ti relazioni con i tuoi compagni in sala prove?

Sono soddisfatta, mi trovo bene, cerco sempre di mettere tutti a loro agio.

Qual è il momento dello spettacolo che ti emoziona di più danzare?

Forse due momenti, o meglio due ingressi: il primo quando entro sul palco con Mirko (Coppelius) mentre tengo il libro in mano, la scena si ferma per guardare il nostro ingresso, il focus è su di noi. Il secondo è l’ingresso con Franz.

In che modo caratterizzi il tuo personaggio?

Quando danzo cerco di spezzare il movimento, effettivamente devo sentirmi una bambola. Ho visto anche video di personaggi/marionette che segmentano le parti del corpo, sempre facendo partire l’input da un’altra persona. Invece per il viso cerco di essere impassibile, di fissare un punto e a volte provo anche a non sbattere le palpebre.

La parte più difficile, che temi di più?

Probabilmente il passo a due con Franz, ci sono passaggi complessi su cui ci siamo dedicati tanto. Qui ritorna la tematica del controllo e del lasciarsi andare.

Com’è avvenuta la decisione di intraprendere questo percorso al Balletto di Roma, essendo fuorisede, e come riesci a conciliare la tua passione con la lontananza da casa?

Io vengo da Arezzo, la decisione di intraprendere questo percorso è stata grazie a Valerio Longo che mi ha fatto avvicinare al Balletto di Roma. Dopo aver passato l’audizione sono entrata nel corso accademico. Quest’anno entro nel mio quinto anno a Roma e devo ammettere che i primi anni non è stato facile allontanarmi da casa, infatti tornavo molto spesso. Crescendo piano piano sono riuscita ad abituarmi.

Cosa ti auguri per il futuro?

Mi auguro di continuare questo percorso e di riuscire a portare avanti questo progetto e dare il meglio, far emozionare chi mi guarda.