Un nuovo Schiaccianoci per il Balletto di Roma
a firma di Massimiliano Volpini

con la partecipazione di

Carola Puddu
nel ruolo della Fata Confetto

e
Urban K Company
azioni coreografiche Kevin Castillo

Ideazione e coreografia
Massimiliano Volpini
Musiche
P.I. Čajkovskij

Una nuova versione a firma di Massimiliano Volpini

L’originale rilettura del più classico dei classici

Natale in danza sulle note di Pëtr Il’ič Čajkovskij

Entra nel fantastico mondo de “Lo Schiaccianoci” con i danzatori del Balletto di Roma…

Note di Regia

Dopo aver portato per anni in scena lo Schiaccianoci di Mario Piazza, nella stagione 2017/2018 il Balletto di Roma ha prodotto una nuova versione de Lo Schiaccianoci, balletto simbolo della tradizione natalizia, a firma di Massimiliano Volpini, su musica di P.I. Čajkovskij, con scene e costumi di Erika Carretta, per il 2023 riallestita con nuovo cast. La rilettura del coreografo è uno stimolo ecologico a riflettere sulla condizione delle persone-rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sui mille volti del nostro “essere”. Alla ricca e festosa Casa Stahlbaum, ambientazione originale del primo atto, si sostituisce un’immaginaria periferia metropolitana abitata da senzatetto. Un imponente muro separa questa zona dal centro della città. Babbo Natale diviene, qui, un misterioso benefattore di quartiere e lo Schiaccianoci, il suo dono più atteso, rappresenta l’eroe, colui che ce l’ha fatta, ha superato le barriere della povertà per catapultarsi nelle meraviglie della ricchezza. Il secondo atto riaggancia ambientazioni e personaggi della tradizione, in un viaggio tra le danze del mondo in compagnia di personaggi bizzarri. Da una scena di mattoni, crepe e graffiti si passa, improvvisamente, a un luogo incantato, fuori dal tempo. Ma il binomio realtà-sogno lascia spazio alla riflessione, lucida e poetica, sui risvolti terreni di una società contemporanea multiforme.

Una coreografia dinamica e innovativa, arricchita oggi dalla partecipazione straordinaria di Carola Puddu nel ruolo della Fata Confetto e dalla presenza di azioni di urban dance curate da Kevin Castillo. Ridimensionando la misura dello sfarzo pur senza perdere di impatto emotivo, la coreografia di Volpini realizza – nel rispetto del repertorio – una versione moderna, fresca e vitale di un testo fondamentale del balletto russo.

BALLETTO DI ROMA

via della Pineta Sacchetti, 199
00167 Roma
Tel: 06 9032762 | 06 90375236
promozione@ballettodiroma.com

con il supporto di

 
Biglietti disponibili online

Massimiliano Volpini racconta il suo Schiaccianoci

Lo Schiaccianoci - Volpini racconta il suo Schiaccianoci

Tour 2023/2024 | “Lo Schiaccianoci” del Balletto di Roma nella versione firmata da Massimiliano Volpini. Tra i richiami al famoso balletto di Natale, il coreografo reinventa la celebre trama raccontando una storia diversa, carica di atmosfere legate all’oggi: una favola moderna che trasporta il pubblico in un intenso e colorato viaggio.
A parlarne è proprio Massimiliano Volpini, che ci svela curiosità e dettagli legati alla sua ispirazione.

Lo Schiaccianoci - Come nasce Come nasce l’idea di questa nuova versione de “Lo Schiaccianoci”?
L’idea è stata quella di conservare l’essenza del racconto originale (e della partitura), che non ho voluto stravolgere, ma semplicemente spostare nell’ambientazione: nel mio Schiaccianoci si esce dalla lussuosa casa addobbata a festa e ci si ritrova in strada, tra giovani senzatetto, lontani dalle luci e dal calore della ricca città.

Chi sono i personaggi?
I personaggi del mio racconto vivono al di qua di un muro, oltre il quale si immagina ci sia la parte bella e protetta della città; vivono degli scarti della società e tutto quello che fa parte del loro mondo è frutto dell’arte del riciclo con cui reinventano gli oggetti e la realtà che li circonda. Sono forse loro stessi dei ‘rifiuti’ di quella parte di mondo, ma sopravvivono grazie alla fantasia e alla speranza in un futuro diverso.

Chi è Clara, la protagonista del racconto originale, in questa versione coreografica?
Clara è l’essenza stessa del balletto, figura che resta anche in questa versione fedele allo spirito del racconto originale: la vediamo nel momento della crescita, nel passaggio da bambina a giovane donna in un percorso di formazione che è presente in tutte le versioni di Schiaccianoci. Qui però insegue un sogno di libertà che la porterà ad affrontare realmente l’avventura e ad oltrepassare il muro…

C’è poi un nuovo personaggio, il Fuggitivo. Chi è e cosa rappresenta nel racconto?
È uno dei ragazzi di strada, che prima di tutti sceglie di tentare la fuga dall’altra parte della città. Lo vediamo nel prologo passare attraverso un piccolo varco nel muro. Per coloro che restano, il giovane diventa una figura eroica, un mito, e in suo ricordo conservano il cappello d’aviatore, simbolo e immagine di ‘chi ce l’ha fatta’. È proprio questo il nostro Schiaccianoci, un oggetto, un’idea (così come nell’originale, in cui il soldatino-schiaccianoci è in fondo un sogno), che si trasforma nel simbolo di un successo, quello di chi ha compiuto il grande salto.

Lo Schiaccianoci - Riciclo Creativo Chi è invece Drosselmeyer?
È una figura misteriosa, un signore che si prende cura dei ragazzi di strada, un tutore che li segue e protegge portando loro oggetti-regalo riciclati e recuperati chissà dove… È l’unico a sapere della via di accesso/fuga attraverso il muro e la tiene nascosta perché ne conosce le insidie: con gli occhi di un padre ritiene di proteggere i ragazzi da questa parte del muro, sebbene questo significhi per loro restare in una situazione di povertà e senza futuro.

E poi c’è il Re dei topi, che qui ha un’immagine diversa dall’originale…
Il mio Re dei Topi è il ‘capo dei vigilanti’, le guardie che difendono la parte ricca della città e che inseguono il Fuggitivo. Clara, che conserva il famoso cappello d’aviatore, viene catturata dai vigilanti perché la credono in collegamento con il giovane avventuriero. Drosselmeyer scatena allora la battaglia a cui da sempre ha preparato i ragazzi e a guidarla c’è proprio il Fuggitivo, pronto anche lui a sconfiggere le guardie. È qui che Clara e il giovane finalmente si incontrano: un momento romantico in cui i due ragazzi scoprono di condividere il sogno di un futuro diverso…

“Lo Schiaccianoci” è un balletto dalla doppia atmosfera: della realtà e del sogno. Cosa accade nel secondo atto?
Avviene tutto in un secondo nella mente di Clara: il Fuggitivo la porta di fronte al passaggio segreto nel muro e le chiede di andare via con lui. A quel punto l’emozione della ragazza è talmente grande da moltiplicarne la figura in un ‘sogno di neve’ e quel che vede da quel momento è un intero mondo di fantasia con abitanti bizzarri, abbigliati con quello che lei conosce: oggetti riciclati, ruote di bicicletta che si trasformano in tutù, tappi di bottiglia che diventano gioielli. La giovane adatta la sua immaginazione ad un mondo fantasioso in cui poter essere felice e libera. Il finale, che non svelo, ci ricondurrà alla realtà, di nuovo di fronte al muro: sarà lì che scopriremo la decisione di Clara…

Lo Schiaccianoci | La Scenografia Per le scene e i costumi sono stati utilizzati materiali di scarto, frutto di un riciclo creativo…
È la base concettuale della riscrittura drammaturgica perché ci ricorda come le cose, gli oggetti, possano avere una seconda vita, che può persino rivelarsi migliore, più ricca e fantasiosa della prima. Allo stesso modo, Clara decide di darsi una possibilità e di cambiare il proprio destino: questa è la chiave del lavoro. Le stesse scene ne rimarcano il senso: ci sono bidoni che diventano case e armature, carrelli che si trasformano in mezzi di battaglia. Tutto assume un’immagine e una natura diversa da quello per cui era stato progettato. E forse la coreografia stessa è frutto di un ‘riciclo’ perché reinventa e assembla diversi linguaggi in funzione di una nuova storia.

Qual è lo stile della coreografia?
Scaturisce innanzitutto dalla musica, seguendo passo passo le note di Čajkovskij. Ho utilizzato i diversi linguaggi che la danza offre, dal classico al contemporaneo, persino con qualche accenno di hip hop. Un utilizzo ampio e in libertà, senza pregiudizi o blocchi concettuali. Penso che in questo balletto ci sia molto del mio vocabolario coreografico e che mi rappresenti pienamente: è stata una sfida, ma l’ho accolta con entusiasmo perché mi piace creare una storia e portarla in scena. È anche il linguaggio per me più naturale e credo che il pubblico oggi senta il bisogno di tornare ad una danza narrativa e ad un teatro emozionale, che non metta in moto solo concetti ma anche stati d’animo.

Cosa vedranno gli spettatori?
Uno spettacolo per tutti, con più livelli di visione e comprensione: uno immediato, per i giovanissimi, accanto ad una lettura più profonda. Quello che mi rende orgoglioso è che chi conosce bene il tradizionale Schiaccianoci potrà trovare qui un profondo rispetto per la partitura e il racconto originale, ma nello stesso tempo una rilettura nuova. Insomma un differente punto di vista sulla storia, restando fedeli alla natura del balletto. È inoltre per spettatori di tutte le età e anche chi non ha una specifica formazione in danza trascorrerà con noi un’ora e mezza di buon teatro nel più puro spirito del Natale!

“Lo Schiaccianoci” tra creatività ed ecologia | Scene e costumi
Lo Schiaccianoci - Scene e Costumi
Tour 2023/2024 – “Lo Schiaccianoci” del Balletto di Roma nella versione coreografica di Massimiliano Volpini. In questa originale rilettura del grande classico del Natale, i protagonisti abitano le strade di un’immaginaria periferia, lontani dalle luci della ricca città: scopriranno qui il senso più profondo della festa e, tra incontri ed avventure, sceglieranno di ribaltare il proprio destino… Frutto di un minuzioso processo creativo, i costumi e le scene ideate da Erika Carretta ricompongono gli “scarti” della città reinventando i colori di un mondo nuovo: vedremo le ruote di vecchie biciclette illuminarsi come preziosi lampadari e vecchi cappotti trasformarsi in mantelli di personaggi avventurosi. Tutto questo, con l’utilizzo di materiali recuperati nel segno di un “riciclo creativo” per riflettere sul tema, quanto mai attuale, dell’ecologia e della condizione di chi vive ai margini.
A parlarcene è la stessa Erika Carretta che, mostrandoci i bozzetti originali dei costumi, ci racconta le fasi di progettazione e realizzazione accanto al coreografo Massimiliano Volpini.

Da dove nasce l’ispirazione per le scene e i costumi de “Lo Schiaccianoci”?
Quando progetto le scene e i costumi di uno spettacolo, cerco innanzitutto di intercettarne l’idea portante e inizio da subito un’assidua ricerca di immagini legate al periodo storico, all’idea o al gusto della creazione, da condividere con il coreografo; questo per avere una base su cui costruire una ‘grammatica’ comune.
Affrontando “Lo Schiaccianoci”, un “classico” della storia del balletto, abbiamo colto la possibilità di inventare una storia diversa, per andare oltre gli aspetti convenzionali del racconto; lo abbiamo fatto scardinando la trama dall’ambiente rassicurante, domestico e borghese, in cui è originariamente ambientata, e portandola al di fuori, sulla strada. Un’idea legata al tema delle disparità economiche e sociali del nostro tempo, tra zone di estrema povertà, muri e discriminazioni. Volevamo cogliere il ribaltamento di questi aspetti negativi in un atto creativo, come a volte accade nelle realtà ai margini, ridisegnandole e cambiandone il verso.

Lo Schiaccianoci - Realizzazione Scene e Costumi Erika Carretta racconta Per la realizzazione di scene e costumi avete scelto di riutilizzare materiali e oggetti di scarto. Come si inserisce questa scelta nell’articolazione del racconto?
Non appena si parla di ‘muri’, si parla anche di emarginazione e degli elementi che ne fanno parte, come la componente drammatica del vivere senza casa e mezzi, del doversela in un certo senso ‘cavare’ con vari espedienti. Per questo, il rifiuto, l’oggetto di scarto, il riassemblaggio dei materiali, sono diventati elementi stessi della poetica e dell’estetica dello spettacolo. Sono partita da qui, osservando la plastica, gli avanzi, i detriti, per capire come trasformarli in costumi e scene: è stato un lavoro ‘al contrario’, ho cercato di estrarre il costume da qualcosa di preesistente. Lo ‘scarto’ è diventato la chiave per la progettazione perché è sia ciò che avanza che la differenza, contiene in sé un duplice significato e la possibilità stessa del cambiamento.

Come hai immaginato i costumi dei personaggi principali, Clara e il Fuggitivo?
La mia idea è stata quella di comporli con diversi pezzi di abiti, come se ogni costume fosse la sintesi di tanti vestiti precedenti e dunque di diverse identità: questo è stato il motore del lavoro che mi ha portato poi ad individuare le particolarità dei protagonisti.
Per Clara, che nel balletto compie il passaggio verso l’età adulta, ho pensato ad una ricchezza di colori e ad un’asimmetria che cambia quando avviene il salto nel mondo onirico del secondo atto. Per il Fuggitivo mi interessava creare un costume composto di più strati per dare l’idea della trasformazione del personaggio che, così come Clara, affronta un percorso di formazione; nello stesso tempo volevo dargli un segno contemporaneo, evitando elementi che richiamassero un determinato periodo storico, e per questo ho scelto un colore netto come il blu e forme adducibili alla contemporaneità. Ci sono poi delle righe bianche e nere, che si intravedono anche nel vestito di Clara, omaggio ai personaggi, tra i più belli del nostro cinema, de “La Strada” di Fellini.

Com’è invece l’abito di Drosselmeyer?
Ho voluto che gli elementi caratteristici del personaggio fossero il mantello e il cappello, oggetti che accentuano il suo aspetto da mago perché possono nascondere o far ricomparire oggetti, e possono inoltre farlo apparire diverso rispetto agli altri. Anche qui l’abito è composto da diversi strati, elementi assemblati in modo originale (ad esempio, il gilet con i fondi di lattina cuciti a mano simili a quelli dei capi tribù con le grandi monete votive).

Lo Schiaccianoci - Riutilizzo dei materiali Come avete immaginato i costumi per i tradizionali ‘Topi’, che qui diventano dei singolari ‘Vigilanti’?
Li abbiamo immaginati a metà strada tra i Topi del racconto originale, non a caso spesso rappresentati come un esercito e dunque in divisa, e delle guardie; volevamo che avessero un elemento ‘pauroso’, come gli occhi e le orecchie rosse, una corazza e la coda, ma nello stesso tempo volevamo un elemento ‘ludico’ e divertente che potesse ribaltarne la figura: per questo abbiamo pensato ad un dettaglio spiazzante, un elmo con una cresta composta da un’infilata di guanti rossi di gomma.

Per quanto riguarda le scene, come avete reso la differente atmosfera tra primo e secondo atto, tra realtà e sogno?
Anche in questo caso siamo partiti dal muro e dalla strada; ci siamo chiesti: cosa accade se spostiamo tutto al di fuori della grande casa? Accade, per esempio, che il grande albero della casa borghese venga ricreato dai ragazzi di strada con delle bottiglie di plastica. Nel primo atto, con dei cambi di luce, si intravede sul muro una piccola crepa che svela da subito una possibilità di cambiamento… Nel secondo atto è il muro stesso a trasformarsi e a far apparire la sagoma di un albero di Natale: a poco a poco le scene cambiano e il mondo onirico di Clara prende forma. Dal cielo oscuro nascono delle nuvole bianche con ruote di biciclette, buste, tappi: una trasfigurazione che ci porta nell’atmosfera del sogno. La realtà è ribaltata e ogni cosa assume un altro aspetto, sottolineando la possibilità di re-immaginare la vita in un possibile rovesciamento delle sorti.

Com’è stato lavorare accanto al coreografo Massimiliano Volpini?
Abbiamo collaborato molte volte e si è creato tra noi un bel gioco di squadra: quando lancia un’idea, io l’accolgo e la rilancio, in uno scambio estremamente interessante e anche divertente. È stato così, a maggior ragione, per “Lo Schiaccianoci”, un balletto ricco di sorprese, avvolto nell’atmosfera natalizia, pieno anche di varie danze di carattere che sono poi il cuore stesso dello spettacolo. Danze che abbiamo voluto mantenere coerenti alla rivisitazione, creando anche in questo caso personaggi e abiti a partire dal riciclo e dalla fantasiosa trasformazione dei rifiuti.

È stato difficile realizzare questo ampio progetto di scene e costumi?
Ci siamo affidati ad eccellenti collaboratori: per le scenografie allo studio di Milano OneOff e in particolare a Francesco Landrini che ho conosciuto nei laboratori della Scala di Milano. Per i costumi, alla Sartoria D’Inzillo con cui collaboro da un po’ di tempo e dove ho trovato un approccio ideale al lavoro, pieno di curiosità e generosità. Dunque direi che il lavoro è stato impegnativo, ma bellissimo, e il momento più emozionante è stato vedere il disegno diventare costume e scenografia, realizzando un percorso creativo di diversi mesi.

Un invito per il pubblico che verrà a vedere “Lo Schiaccianoci”…
Consiglio a tutti di venire a vedere lo spettacolo perché è un grande classico del balletto e del Natale, che esattamente come i grandi classici ha ancora qualcosa da dire e sorprese da rivelare; in particolare, questa versione di Massimiliano Volpini per l’energica compagnia del Balletto di Roma è una bellissima occasione per vedere un balletto storico sotto un’altra luce e in nuova veste!

Lo Schiaccianoci - Coreografia

Non è Natale senza “Lo Schiaccianoci”!
Tour 2023/2024 | Il celebre balletto natalizio nella versione firmata da Massimiliano Volpini
Lo Schiaccianoci - Massimiliano Volpini Racconta
Anche quest’anno, il Balletto di Roma invita tutti gli appassionati di danza, grandi e piccini, a vivere in teatro la magia delle feste con il balletto natalizio più celebre al mondo: “Lo Schiaccianoci” nella versione coreografica di Massimiliano Volpini. Le note di Pëtr Il’ič Čajkovskij, colonna sonora dei nostri sogni d’infanzia, ci accompagneranno in un nuovo viaggio nella fantasia, tra eroici personaggi e sorprendenti avventure.

Massimiliano Volpini reinventa il famoso balletto natalizio raccontandoci una storia di amicizia, sogni e speranze, carica di atmosfere legate all’oggi e all’immaginario fantastico di tutti, frutto di tanti Schiaccianoci amati e sognati…
Nel primo atto, un muro imponente abbraccia una piccola comunità di periferia in festa: un giovane, il Fuggitivo, scopre un varco nel muro e parte, temerario, alla scoperta del mondo e di se stesso. Da ‘questa’ parte del muro, all’ombra di una città invisibile, gli abitanti riscoprono il vero senso della festa: quello del sostegno reciproco e della libertà di continuare a sognare.

Nella piccola banda di sentatetto c’è Clara, fanciulla dal volto sognante, in cerca del proprio futuro; ma c’è anche una squadra di ‘vigilanti’, controllori del muro, armati di torce per scovare i ribelli. Nel tumulto, Clara finirà prigioniera, ma in suo aiuto arriverà il Fuggitivo, eroico salvatore che la condurrà con sé dall’altra parte del muro.
Quel che accade dopo, nel secondo atto, è la magia di un viaggio immaginario tra i colori di un mondo gioioso, in cui tutti danzano insieme, vigilanti e fuggitivi: tra i dolci contorni della favola, si svelerà attraverso la danza il senso più bello del racconto e sotto i nostri occhi i muri scompariranno, trasformandosi in ampi passaggi per l’ingresso di uomini, storie e infiniti colori.
Cosa farà la nostra coppia di protagonisti?

Lo Schiaccianoci del Balletto di Roma promette un finale sorprendente, sospeso tra realtà e sogno, immaginazione e fantasia… venite a scoprirlo a Teatro e preparatevi a vivere con noi una nuova indimenticabile avventura!