“Glitch: here we go again”: Marcello Giovani, danzatore del C.A.P., racconta la sua esperienza

Concludiamo oggi il nostro racconto ‘backstage’ del progetto “Glitch: here we go again” – ideato dal Network Anticorpi XL per l’azione Prove d’Autore e realizzato in residenza al Balletto di Roma da Giselda Ranieri – in compagnia di Marcello Giovani, danzatore del C.A.P. BdR, impegnato nelle scorse settimane nella preparazione del lavoro che ha da poco debuttato al Festival Ammutinamenti di Ravenna. In questa intervista, ci parla dell’esperienza creativa e interpretativa accanto a Giselda Ranieri, ma anche del suo percorso di formazione, dell’emozione per il ritorno in palcoscenico e degli obiettivi futuri.

Danzatore attento, attratto da diversi stili, Marcello ha una visione ampia e matura del mondo della danza, al quale si è avvicinato sin da giovanissimo scoprendo la sua grande passione: “Ho iniziato guardando per anni danzare le mie sorelle: è stato quasi inevitabile che anch’io provassi ad iscrivermi a danza – rivela – La cosa sorprendente è che, sin dal primo giorno, mi sono appassionato a quest’arte. All’età di quindici anni ho cominciato a pensare alla danza non solo in quanto attività fisica e ricreativa, ma come un vero e proprio ‘stile di vita’. Per questo, un anno dopo, mi sono trasferito a Roma – dall’Abruzzo, dove sono nato – per frequentare i corsi accademici della Scuola del Balletto di Roma. Oltre a crescere tecnicamente e come persona, ho avuto qui la possibilità di vivere esperienze importanti, in sala e in teatro, che mi hanno formato anche a livello professionale. Negli anni, sono le stesse attività a cui partecipo a crescere di ‘valore’, permettendomi di approfondire ulteriori aspetti della danza, della qualità del movimento e dell’interpretazione”.
Giovanissimo, oggi appena ventenne, Marcello è stato selezionato nel 2019 dalla direzione artistica del Balletto di Roma per far parte del C.A.P., percorso di inserimento professionale che lo coinvolge nelle attività della stessa compagnia e anche in nuove esperienze di produzione: “La particolarità di questo corso sta nella varietà dei docenti, artisti, performer che conducono le lezioni e i laboratori coreografici durante l’anno: questo ci porta a scoprire e a provare più stili di danza. Approcci diversi con personalità diverse: una sperimentazione di quello che sarà il mondo del lavoro, a cui progressivamente ci prepara e avvicina. Quello che mi aspetto da questo percorso è di riuscire a cimentarmi ancora di più nelle varie tecniche della danza: soprattutto, spero di potermi avvicinare a quello che un giorno sarà il ‘mio’ stile”.
Nelle ultime due settimane, Marcello è stato impegnato con i suoi colleghi del C.A.P. nella creazione di “Glitch: here we go again”: un’esperienza coinvolgente accanto ad un’autrice brillante che oltre ad accompagnarli nell’esplorazione di un nuovo stile compositivo ha stimolato negli interpreti nuove idee e visioni: “Il lavoro con Giselda, oltre che interessante e formativo, è stato estremamente divertente. C’è uno studio personale che non vede più il ballerino come ingranaggio automatico di una macchina quale la coreografia, bensì come individuo che emerge mostrando il proprio io all’interno del ‘noi’. Il che, riflettendoci, è un messaggio molto bello se riportato ad un periodo storico in cui si punta, sempre più spesso, all’omologazione”.

Ad emozionarlo oggi, dopo il lungo periodo del lockdown, è soprattutto il ritorno in palcoscenico: “Non mi sono mai fermato, ho continuato a danzare sempre, anche durante il lockdown: a livello fisico non ho dunque risentito della lontananza dalla sala… Il ritorno sul palco è invece molto emozionante, per l’importanza del contesto, ma anche simbolicamente, considerando il periodo storico che stiamo affrontando”.
Nel suo futuro, Marcello vede la danza in tutte le sue molteplici e affascinanti sfumature: “Amo la danza in tutte le sue forme e non vorrei escludere niente a priori nel mio percorso…. Per ora sto approfondendo la tecnica classica e i linguaggi del contemporaneo ma vorrei tanto mettermi alla prova anche in altri stili, come la videodance o magari anche il musical”. Uno sguardo a 360° sulla danza e un istinto alla ricerca che lo condurrà, nel corso della sua carriera, a scoprire e a sperimentare i diversi ambiti dell’ampio mondo spettacolo.