Proseguono presso le sale della nuova sede del Balletto di Roma in via della Pineta Sacchetti, le prove di “Première”, nuova produzione della Compagnia: ripresa l’attività nelle prime settimane di settembre, gli interpreti stanno sperimentando con il coreografo Andrea Costanzo Martini una nuova modalità di creazione, dettata anche dalle necessità del nostro presente. Con un collegamento a distanza, l’autore, da tempo residente a Tel Aviv, guida i danzatori attraverso la rete e lo schermo: un modo inedito e sperimentale che conduce a nuove prospettive e che insegna a trovare ingegnose soluzioni, andando al di là delle distanze e rivelando inaspettati risvolti dal punto di vista creativo e interpretativo.
“L’azione intrapresa con Andrea Costanzo Martini per la nuova produzione della compagnia avrebbe dovuto articolarsi in residenza presso la nostra sede lo scorso maggio – sottolinea la direttrice artistica Francesca Magnini – Alla luce di quanto accaduto nel mondo, ne stiamo riprendendo oggi la realizzazione con uno sguardo diverso che ci spinge ad approfondire nuovi aspetti dell’originaria ispirazione”.
Il lavoro nasce dall’incontro del coreografo con i danzatori della compagnia e dalla fascinazione per questi artisti così giovani che inseguono il loro desiderio di movimento, sia come sentimento personale, che come bisogno comune. Parte da un interrogativo apparentemente molto semplice: “Perché danziamo?”. Questa domanda sorge prima di ogni nuova creazione e la risposta arriva, mai completa, nei momenti più inaspettati: frammenti brevissimi, sbirciate brevi dentro una sensazione indefinibile. Momenti in cui ci rendiamo conto che esiste un senso più grande di noi, che siamo parte di un disegno cosmico vastissimo. “Première” ci svela che una compagnia di danza in fondo è un villaggio, una tribù, con i suoi bisogni primari che tentano di essere soddisfatti dall’organizzazione in codici e regole. Tra luci e ombre, come sotto i riflettori: quale allineamento di stelle e pianeti ha permesso loro di essere qui su questo palcoscenico, pronti e disposti ad esporsi?
Specialmente alla luce dei recenti avvenimenti, dopo una lunga pausa forzata lontani dalle sale di teatro, sorge spontanea un’ulteriore domanda: perché tornare su un palcoscenico? Cosa ci spinge ad esibirci, a farci guardare, ad esporci agli occhi del pubblico? Cosa diamo a vedere? E cosa, di noi, è impossibile nascondere quando siamo su un palcoscenico? “Première” diventa quindi un rito, “un ricominciare”. Una celebrazione dell’umanità che indaga le storie uniche e irripetibili di ognuno.
Un ritorno, di nuovo, alla nostra prima volta.
In vista del debutto, previsto a Roma nel mese di dicembre, il coreografo prosegue con la creazione e le prove “in remoto”: in queste immagini, alcuni attimi in sala prove con i danzatori del Balletto di Roma.