La Stampa, 09.12.2015 – Turning

La performance di Sciarroni chiude il Festival Romaeuropa

Lo spettacolo dal titolo “Turning Symphony of Sorrowful Song” è andato in scena al MAXXI. Il tema cardine è il girare

Girare in tondo lungo i bordi della scena, piroettare su se stessi, muoversi in gruppo come un ciclone che anima il palcoscenico, girare con le braccia alzate alla maniera dei dervisci. Si intitola “Turning¬_Symphony of Sorrowful Songs” la performance che Alessandro Sciarroni ha realizzato per il Balletto di Roma al MAXXI il Museo delle Arti del XXI secolo. Un site specific che ha chiuso la trentesima edizione del Festival Romauropa.  
 
Bisogna sapere che Sciarroni da noi sarà pure un artista di nicchia, ma , come per esempio Romeo Castellucci, è uno degli artisti italiani più apprezzati e richiesti nelle grandi rassegne internazionali. A Parigi è ospite fisso del Festival d’Automne, dove ha appena presentato “Aurora” che aveva debuttato a Torinodanza; nel 2015 ha compiuto una infinità di puntate in Europa e America. Il suo modo di organizzare la danza è singolare: ricorre spesso a pratiche performative prese in prestito da altre discipline. La danza folk tirolese in “Folk-s”, la giocoleria con le clavettes in “Untitled”, il Goalball ( gioco al pallone per non vedenti) in “Aurora”. Sempre, il tema è quello della resistenza dei performers, della sfida, della gara.  
 
In “Turning” il tema cardine è il girare. Uno dei fondamentali per un ballerino, ma che qui viene indagato dal coreografo in tutte le sue declinazioni, fra iterazione ossessiva e perdita dell’equilibrio. Coinvolgendo lo spettatore in una unione ipnotica con i danzatori. Che citano anche il vocabolario classico con manège, assemblé, déboulé. E assecondano le intenzioni di Sciarroni, entrano in sintonia con il coreografo. Per loro sta partendo una nuova avventura. Il Balletto di Roma infatti è una compagnia sino a ieri abbastanza tradizionale che ha imboccato un’altra strada con la direzione di Roberto Casarotto.  
 
Artefice, con Rosa Scapin, del lancio a Bassano del Grappa della prima casa italiana della danza, inventore della rassegna B Motion, Casarotto, pur lasciando nel repertorio del Balletto di Roma i titoli più pop di Fabrizio Monteverde , come “Lago si cigni” oppure “Otello”, sta chiamando a lavorare giovani coreografi italiani come Francesca Pennini o star del contemporaneo come l’israeliano Itamar Serussi e il tedesco Chris Haring. A questi ultimi due ha affidato una nuova lettura di “Giselle”. Il capolavoro romantico uscirà dalle loro mani completamente ristilizzato e sarà uno degli eventi dell’estate italiana della danza: molti festival si stanno contendendo il debutto.  
 
Dopo quasi tre mesi di spettacoli intanto Romaeuropa si chiude con un bilancio assolutamente positivo: 41.362 presenze complessive con un aumento dei paganti agli spettacoli del 28% e un conseguente aumento dell’incasso di biglietteria circa del 30%. Complessivamente per tutte le attività del Festival sono circa 600.000 euro lordi di incasso. 

Fonte: LaStampa.it

La Stampa
Sergio Trombetta – 9 dicembre 2015